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Per saperne di più

Per tua maggiore tranquillità ti proponiamo una mini guida che ti consente di seguire passo passo le operazioni che conducono alla realizzazione di un buon tetto in tutta tranquillità :

PRIMA FASE (IL PROBLEMA )

Figure coinvolte
In questa fase ricorda, è sempre meglio chiamare degli specialisti. L’epoca delle imprese generaliste è finita e le aziende più sagge da tempo si sono focalizzate su poche cose che vogliono fare bene.
Contatta un tecnico o degli specialisti del tetto, non affrontare la situazione per “sentito dire” o tentando di economizzare sulla conoscenza, potresti avere brutte sorprese alla fine.
Cosa succede
Occorre selezionare delle persone preparate in grado di indicarti la strada più vantaggiosa per te e il tuo edificio.
Da evitare
Il fai da te a tutti i costi, prendere alla leggera i segnali che ti invia il tuo edificio. Macchie, crepe, scivolamenti, sono seganli da non sottovalutare.
Suggerimento
Interpellare uno specialista, fare molte domande.

SECONDA  FASE (ANALISI )

Figure coinvolte
Gli specialisti, un tecnico che conosce l’argomento e rileva lo stato di fatto, indica le possibili soluzioni, spiega le funzioni, i materiali da impiegare, e i tempi tecnici e le pratiche necessarie.
Cosa succede
Vengono rilevate le misure e lo stato di degrado dei manufatti, vi è la realizzazione di un progetto di massima che si conclude con un’offerta. Il tempo richiesto per formulare un preventivo può oscillare dai 10 ai 30 giorni.
Quanto costa
Dipende dal grado di accuratezza desiderato. In genere è gratuito oppure
può essere chiesto un piccolo contributo per avere un preventivo che poi viene decurtato dal prezzo dell’opera.
Da evitare
Affidarsi a chi fa promesse a voce e non spiega come intende procedere e con quali materiali, diffidarsi di chi non spiega quali vantaggi si conseguono con la soluzione scelta.
Suggerimento
Investire una piccola somma per avere le idee chiare è sempre consigliato, una descrizione chiara e dettagliata delle opere, che ci convinca e che porta vantaggi è un buon metodo per confrontare diverse offerte.

TERZA FASE  (INFORMAZIONE)

Figure coinvolte
Tecnici del settore, specialisti, pubblicazioni e siti di categoria. Informarsi presso persone che hanno già affrontato questo evento, confrontare diverse soluzioni, cercare di chiarire il più possibile gli obiettivi che ci si pone e i vantaggi che può portare un buon tetto.
Cosa succede
Si prende visione dei tempi di esecuzione, dei tempi delle procedure, dei permessi necessari, degli eventuali incentivi messi a disposizione  e ci si informa su chi è in grado di affrontare questo percorso offrendo un servizio chiavi in mano.
Quanto costa
Solo tempo, ovviamente avvicinarsi a organizzazioni preparate ed operare con chi conosce il settore fa risparmiare anche quello: le risposte sono puntuali e le azioni più celeri e precise.
Da evitare
Affidarsi al primo arrivato senza un confronto. Scegliere solo in base al prezzo. Come in ogni cosa ad un prezzo minore corrisponde un servizio di minore qualità, con tutti i rischi che ne conseguono. NON SI PUO’ PAGARE POCO E AVERE MOLTO (J. Ruskin 1878).

QUARTA FASE (PROGETTO)

Figure coinvolte
L’operatore scelto, i tecnici professionisti per le autorizzazioni, chi eroga finanziamenti, l’assicuratore, l’asl, il consulente commerciale.
Cosa succede
Si concordano tutti gli elementi contrattuali, si decidono, tempi, materiali, garanzie, pagamenti, permessi e autorizzazioni. Si appone la firma sul contratto. Si avvia la fase progettuale dove si preparano tutti i documenti tecnici: progetti, linea vita, piano della sicurezza, pos, durc, pimus ecc. Possono necessitare anche 60 giorni per tali adempimenti.
Quanto costa
In questa fase occorre generalmente versare l’acconto previsto dal contratto. Se si sceglie di usufruire di incentivi, vi sono apposite modalità di pagamento.
Da evitare
Assolutamente evitare la tentazione di risparmiare sulla SICUREZZA.  E’ una voce cospicua, l’unica che può alterare significativamente un preventivo. Affidarsi a chi evita gli accorgimenti e le disposizione di legge significa rischiare la vita dei lavoratori e il proprio futuro.
Suggerimento
Chiedere di avere il nominativo di un referente di cantiere.

QUINTA  FASE (ESECUZIONE )

Figure coinvolte
Il direttore dei lavori, il capo cantiere, gli operatori, chi consegna i materiali.
Cosa succede
Si appronta il cantiere e si eseguono i lavori. Vengono impiegati mezzi di sollevamento e movimentazione dei materiali. Si eseguono i lavori e spesso vi sono i disagi del cantiere, come rumore, polvere e deposito dei materiali. Sono fasi concitate ma necessarie, occorre cercare di ridurle al minimo per evitare troppo stress al committente.
Quanto costa
In base agli accordi contrattuali possono essere richiesti stati avanzamento lavori.
Da evitare
Sarebbe meglio non effettuare lavori di scoperchiatura integrale durante i mesi estivi: temporali e acquazzoni improvvisi sono sempre in agguato e possono creare danni. Contro la forza della natura non si può NULLA. Teli e protezioni provvisorie di solito non bastano.

Glossario

  • Abbaino: elemento che consente l’illuminazione e l’areazione naturale del sottotetto.
  • Coibentazione: tecnica con cui isolare due sistemi aventi differenti condizioni ambientali, in modo che i due sistemi non si scambino calore o vibrazioni tra di loro.
  • Comignolo: elemento terminale della canna fumaria.
  • Copertura: la copertura, detta più comunemente tetto, ha la funzione di definire la parte superiore dell’edificio e di preservare l’ambiente interno dagli agenti atmosferici.
    Scopo essenziale delle coperture è impedire l’insorgere di umidità, opporre resistenza alle sollecitazioni date dalla neve e dal vento. Il manto di copertura, cioè lo strato esterno delle coperture, garantisce la tenuta dell’acqua, mentre la struttura portante ha il compito di sostenere il manto.
  • Diagnosi energetica: la diagnosi energetica degli edifici permette di definire il comportamento energetico degli edifici individuandone innanzitutto il livello di qualità, i punti deboli, le migliorie che possono essere apportate per rendere gli edifici più efficienti e ridurre così le emissioni in atmosfera.
  • Doccione: elemento per lo scarico  a dispersione dell’acqua piovana.
  • Efficienza energetica: l’efficienza energetica è intesa come il conseguimento di minor spreco in termini di risorse energetiche. Ad oggi i paesi industrializzati hanno vissuto come se le risorse per produrre, lavorare, trasportare e vivere fossero inesauribili. Una buona parte dell’energia utilizzata è stata quindi sprecata usandone di più di quella necessaria con gravi conseguenze sull’ambiente.
  • Eternit: composto cemento-amianto,  utilizzato in edilizia fino agli anni 90. Fu poi scoperto essere un materiale cancerogeno molto pericoloso.
  • Facciata: la facciata è il lato di un edificio rivolto verso l’esterno.
  • Falda: superficie di copertura inclinata e geometricamente piana.
  • Finestre da tetto: per l’illuminazione e la ventilazione di ambienti sottotetto abitati.
  • Fotovoltaico: Il principio foto-voltaico (luce-Volta) si basa sulla proprietà di alcuni materiali semiconduttori, opportunamente trattati, esistenti in natura di trasformare la luce solare in energia elettrica. Tra quelli più in uso c’è il silicio. Un impianto solare fotovoltaico è in grado di produrre energia elettrica trasformando la luce del sole in corrente continua.
    L’elemento di base è la cella fotovoltaica  in grado di produrre circa 2 wp. Più celle danno origine ad un modulo fotovoltaico.
    Per produrre 1 Kwp  occorre coprire una superficie di circa 8/10 mq.
    La resa e la superficie da occupare dipendono da un insieme di fattori tra cui il tipo di pannelli (in silicio policristallino, monocristallino o amorfo), l’irraggiamento, l’esposizione ecc.
  • Grondaia: canale di scolo per acqua piovana e neve.
  • Gronda: parte del tetto che sporge verso l’esterno di un edificio per evitare che la pioggia coli lungo i muri.
  • Impermeabilizzare: significa tutelarsi da fenomeni di condensa e da perdite accidentali dovute ad eventi atmosferici eccezionali. La membrana limita lo scarto di pressione tra interno ed esterno in caso di raffiche di vento evitando il sollevamento del manto, riduce l’infiltrazione di polveri e contribuisce al risparmio energetico.
  • Isolamento a cappotto: è una tecnica per la coibentazione termica e acustica delle pareti di un edificio, applicando il materiale isolante all’esterno invece che all’interno o dentro la parete.
  • Isolamento termico: per isolamento termico si intendono  i sistemi e le operazioni atti a ridurre il flusso termico scambiato tra due ambienti a temperature differenti.
  • Involucro edilizio:  l’involucro edilizio identifica l’intero sistema di chiusura esterno, tetto e facciate.
  • Linea vita: la linea vita è un insieme di ancoraggi posti in quota sulle coperture alla quale si agganciano gli operatori tramite imbracature e relativi cordini.
  • Lucernai: per l’illuminazione e l’aerazione del sottotetto senza necessità di scossaline mettaliche di raccordo con il manto.
  • Mezzategola: consente di “aggiustare” la modularità del manto secondo particolari esigenze.
  • Pannelli coibentati: pannelli utilizzati per isolare due sistemi aventi differenti condizioni ambientali, in modo che i due sistemi non si scambino calore o vibrazioni tra di loro.
  • Parapasseri: griglia metallica di protezione contro l’accesso e la nidificazione di uccelli e piccoli animali, sotto le tegole o coppi.
  • Pendenza di falda: inclinazione della falda rispetto al piano orizzontale misurata in gradi o percentuale.
  • Pluviale: elemento di scarico incanalato dell’acqua piovana.
  • Ponteggio: impalcatura provvisoria per agevolare i lavori edili a grandi altezze.
  • Scossalina: raccordo o protezione, contro l’infiltrazione d’acqua piovana;  puo’ essere in lamiera, rame, acciaio, materiali in PVC o altro.
  • Tegola in cemento: è un prodotto per la realizzazione di manti di copertura discontinui.
  • Tegola paraneve: arresta lo scivolamento a valle del manto nevoso.
  • Tegola per aerazione: consente la circolazione dell’aria nel sottomanto.
  • Tegola translucida (in plexiglas): consente il passaggio della luce nel sottotetto evitando la posa di lucernai.
  • Termografia: la termografia è un’analisi con una videocamera a raggi infrarossi che misura l’emissione di calore dei materiali.
    Questa operazione consente di effettuare indagini conoscitive delle dispersioni energetiche degli edifici, permettendo di individuare i punti critici e di effettuare interventi correttivi degli stessi.

Tetto a falde: la forma geometrica di un tetto viene determinata da una o più facce piane inclinate, dette falde o pioventi. Il tetto a falde piane è caratterizzato da alcuni elementi:

  • la linea di colmo, indica, in generale, una retta orizzontale di massima quota, che si ottiene come intersezione tra due falde inclinate del tetto;
  • la linea di gronda, indica, in genere, una retta orizzontale di minima quota che si ottiene come intersezione tra le falde inclinate con un stesso piano orizzontale, detto piano d’imposta del tetto;
  • la linea di displuvio, l’intersezione inclinata di due falde ad angolo convesso (saliente);
  • la linea di compluvio, l’intersezione inclinata di due falde ad angolo concavo (rientrante).

Tetto ventilato: il manto di copertura è sopraelevato rispetto alla struttura in modo da creare una camera di ventilazione utile in situazioni di climi particolarmente rigidi e umidi, per evitare condensazioni superficiali in corrispondenza degli strati isolanti. Il tetto ventilato presenta molti vantaggi anche nella stagione calda, contribuendo ad assorbire l’energia termica in eccesso. Nel caso di questo tipo di tetto il vero e proprio strato di copertura verrà poi messo in opera su dei listelli di supporto generalmente realizzati in legno.


Le funzioni del tetto

ISOLARE
bene consente di tenere calde d’inverno e fresche d’estate le pareti; il corpo umano percepisce quindi per irraggiamento le migliori condizioni di confortevolezza.
L’isolamento riduce i consumi energetici dato che limita la fuoriuscita di calore (circa il 45%) dalla copertura.

VENTILARE
aiuta a smaltire il calore accumulato sotto le tegole ad ottenere lo scioglimento controllato della neve e tenere asciutto il sottotegola ed ottenere un miglior comfort ambientale. Grazie alla ventilazione si assicura salute e una lunga durata al manto di copertura.

PROTEGGERE
significa separare con uno strato l’interno dall’esterno tutelandolo dagli eventi atmosferici.
Solo materiali certificati, nei processi, per le materie prime e per i controlli, e studiati appositamente garantiscono la qualità delle prestazioni.

IMPERMEABILIZZARE
significa tutelarsi da fenomeni di condensa e da perdite accidentali dovute ad eventi atmosferici eccezionali. La membrana limita lo scarto di pressione tra interno ed esterno in caso di raffiche di vento, evitando il sollevamento del manto, riduce l’infiltrazione di polveri e contribuisce al risparmio energetico.


I requisiti del tetto

Il tetto esercita una profonda influenza sul benessere dello spazio abitativo sottostante che si esprime non solo in valori di temperatura, umidità, luminosità, ma anche in termini formali, materici e funzionali; prestazioni che non sono quantificabili con valori matematici. E’ necessario, quindi, costruire il tetto in modo tale da rispettare tutti questi parametri di benessere.

Il comfort termico
Esistono diversi tipi di materiali da isolamento la cui scelta dipende dal risultato da conseguire.
La combinazione di questi materiali, polistirene, poliuretano per l’inverno e fibra di legno, sughero per l’estate, consente di conseguire buoni risultati dal punto di vista energetico.
E’ consigliabile posizionare i materiali con maggiore densità nella parte inferiore del pacchetto. Per difendersi dal caldo servono ad esempio materiali “massivi”, che rallentino il passaggio di calore.
Il tempo che il sole impiega a mandare in temperatura questi strati, dopodiché può proseguire la sua corsa verso l’interno della casa, può essere definito come sfasamento temporale dell’ onda termica.
L’ideale sarebbe avere un materiale con un certo spessore e una determinata massa in grado di sfasare l’ondatermica di otto-dieci ore.

Il comfort acustico
Il comfort acustico, essenziale se si vuole ricavare un’abitazione in un sottotetto, va particolarmente curato soprattutto se si realizzano tetti a struttura leggera come il legno.
Soprattutto 3 sono le regole da rispettare nel progetto:

  • come rivestimento interno prevedere uno strato uniforme di materiale con almeno 10 kg/m3senza lasciare fori, fessure, ecc.
  • come isolante scegliere possibilmente un materiale fibroso con alta densità che sia in grado di assorbire, ma non di propagare il rumore (150 kg/m3)
  • evitare di creare ponti acustici.

La tenuta all’aria
Fino a quando la falda del tetto non era isolata non era neanche necessario che fosse a tenuta all’aria il pacchetto tetto. Nel momento in cui si sceglie di coibentare il tetto invece, evitare spifferi diventa fondamentale per impedire che l’isolamento perda efficacia.
Per questo esiste una norma che stabilisce come misurare la permeabilità all’aria degli edifici (UNI EN13829).
Soprattutto la posa del freno vapore sul lato interno sotto l’isolante deve essere eseguita con cura.

Un manto che assicuri protezione
Occorre innanzitutto fare chiarezza sulla questione del peso della copertura.
Il peso al metro quadrato dei vari tipi di manto è pressocchè simile (42-45 kg/m2). Nelle coperture tradizionali il peso maggiore è quello del manto in coppi. Per tale motivo oggi sono in produzione tegole in laterizio con aggancio che simulano la forma del coppo ma non necessitano del pezzo inferiore (monocoppo).
Spesso infatti, il rifacimento con il recupero dei coppi, anche se possibile è antieconomico. Così come cercare di integrare tegole marsigliesi o portoghesi di vecchia data con nuove risulta quasi impossibile data la diversa conformazione degli stampi di produzione odierni.
Scegliere un manto adeguato è essenziale sia dal punto di vista estetico che della durabilità del tetto stesso.


Norme e sicurezza

MG Legno è impegnata fermamente a  rispettare  tutte le prescrizioni previste dalla legge in materia di sicurezza e di tutela dei lavoratori in cantiere.
Consapevole dei pericoli di cantiere e del valore della vita umana, si propone di redigere tutti i documenti previsti, di controllare gli operatori in fase di esecuzione e di realizzare gli impianti di protezione necessari allo svolgimento delle operazioni in piena sicurezza.

IL PIANO DELLA SICUREZZA (D.LGS 494/96)

  • responsabilità del committente
  • nomina del cordinatore in cantiere
  • trasmissione piano alle ASL
  • POS dell’operatore

IL PONTEGGIO (PIMUS – DL 225/03)

  • redazione del piano di installazione e manutenzione uso e montaggio
  • protezione dei lavoratori
  • installatore qualificato
  • strutture idonee

LA LINEA DI VITA (DISPOSIZIONI CONCERNENTI LA PREVENZIONE DEI RISCHI DI CADUTA DALL’ALTO)

  • nuove costruzioni di qualsiasi tipologia (residenziale, commerciale, industriale, agricolo,ecc.) e in occasione di interventi su edifici esistenti che comportino anche il rifacimento sotanziale della   copertura
  • sono necessari il progetto depositato in comune, il collaudo, la dichiarazione di corretta posa ed il libretto di manutenzione dell’impianto.

L’EFFICIENZA ENERGETICA (D.G.L.S 311/06)

  • calcolo trasmittanza anche per ampliamenti, ristrutturazioni e manutenzioni straordinarie dell’involucro edilizio.

L’ACUSTICA (DCPM 05-12-1997 )

  • calcolo requisiti acustici passivi degli edifici (per il tetto di edificiresidenziali R’w< 40 dB).

AMIANTO (PRALREGIONE LOMBARDIA)

  • entro il 2015 allontanamento di materiale asbestoso dalle coperture
  • necessaria ditta autorizzata e pratica ASL.

VERIFICHE

  • Trasmittanza termica calcolata secondo UNI EN ISO 6946
  • Sfasamento temperatura calcolato secondo UNI EN ISO 13786
  • Potere fonoisolante da certifficato do prova UNI EN ISO 140
  • Resistenza al fuoco da certificato di prove secondo UNI EN 13501
  • Verifica termoigrometrica secondo UNI EN ISO 1378616.

 

Efficienza energetica

L’uso irrazionale dell’energia condotto fino ad oggi nelle società industriali ha portato a mutamenti climatici che sono sotto gli occhi di tutti; questi effetti dannosi uniti al fatto che le energie derivanti da combustibili fossili sono limitate, ha spinto l’unione europea a dotarsi di normative per l’utilizzo di energie alternative e per la riduzione dei consumi dell’energia necessaria alla climatizzazione dell’edificio. Circa l’80% dell’energia nelle nostre case, infatti, viene consumata per riscaldare e raffrescare gli ambienti. La prima causa di questo spreco è costituita dall’insufficiente isolamento termico dell’edificio.

Risparmiare cominciando dal TETTO I provvedimenti legislativi di cui l’Italia si è dotata (DLgs 19 agosto 2005,n.192 e DLgs 29dicembre 2006,n.311) per il contenimento dei consumi, hanno introdotto il concetto di certificazione energetica degli edifici.
Tale certificazione comporta, nel caso di ristrutturazione dell’involucro edilizio (pareti, serramenti e tetto) il rispetto di alcuni parametri fissati in opportune tabelle.

1

Energia Il valore consigliato per ottenere un risparmio nei consumi di energia è quello
di tenersi al di sotto di
quanto prevede la normativa. Seguendo ad esempio le indicazioni di “casa clima”,
per la copertura ci si dovrebbe
posizionare sui seguenti valori:2
Economia Un tetto isolato è sempre un buon investimento e si ripaga rapidamente: in uno o due anni nella maggior parte dei casi, in 6-7
anni nei casi più complessi.
E’ come depositare i soldi in banca e vedersi riconoscere
un tasso d’ interesse del 9-10% e per
una durata lunghissima, infatti la vita degli isolanti è di molto superiore ai 50anni.
Ecologia L’energia che utilizziamo per riscaldare le case proviene da combustibili fossili, che provocano l’emissione di anidride carbonica: il peggior nemico dell’atmosfera. Ognuno di noi è responsabile di 1,5 tonnellate di CO2 annue solo peri consumi domestici. Ogni kw/h consumato produce 0,52 kg circa di anidride carbonica.

 Obiettivi UE entro il 2020

 +20% Energia da rinnovabili

-20% Consumi energetici

-20% Emissioni CO2

Cosa possiamo fare noi?
L’efficienza energetica è intesa come il conseguimento di minor spreco in termini di risorse energetiche. Ad oggi i paesi industrializzati infatti, hanno vissuto come se le risorse per produrre, lavorare, trasportare e vivere fossero inesauribili. Una buona parte dell’energia utilizzata è stata quindi sprecata usandone di più di quella necessaria con gravi conseguenze sull’ambiente.
Il risparmio energetico, deve venire inteso nella sua accezione più positiva, ovvero non sprecare, utilizzare solo quello che serve, cercando al contempo le tecnologie più performanti per evitare l’emissione di CO2.
Possiamo intervenire nell’ambiente domestico e nel processo edilizio.

PROGETTAZIONE
Pensando in anticipo le prestazioni dell’elemento, tetto, parete, serramento che dobbiamo realizzare. Così che si possa avere una casa certificata nella classe stabilita.
COSTRUZIONE
Utilizzando i materiali e le soluzioni più idonei ad ottenere i risultati previsti. Una casa in classe A deve avere un tetto in classe A.
GESTIONE
Monitorando i consumi, riscaldamento, elettrodomestici, acqua, luce. Ma anche la manutenzione ed il deperimento dei manufatti.

 

Gli accessori

LATTONERIA
Oltre che assolvere funzioni estetiche e di chiusura del pacchetto tetto è molto importante verificare il ruolo funzionale di questo elemento. Il dimensionamento va effettuato in funzione della portata, della superficie e della pendenza del tetto. La linea del bordo esterno del canale dovrebbe essere più bassa di almeno 1cm della linea di scolo della falda, al fine di consentire la tracimazione dell’acqua in caso di invaso.
FINESTRE
Illuminazione, comfort termico, sicurezza. Sono alcuni elementi di una buona finestra. Nel caso degli sbocchi di sicurezza occorre precisare che il lato minimo dovrebbe essere di 70 cm. E’ possibile introdurre finestre tra i travetti interrompendo gli stessi (bilancino), motorizzarle con sensore pioggia e proteggerle con tapparelle elettriche all’esterno.
COMIGNOLI
Elementi terminali delle canne fumarie, rivestono una importante funzione per la gestione dei fumi. Spesso possono dare problemi di tenuta nei punti di raccordo con la falda. E’ necessario curare bene la posa delle scossaline in tali punti.
ACCESSORI
Sfiatatoi, ganci, aeratori, linee di colmo. Questi particolari meccanismi, sono spesso invisibili ma di fondamentale importanza. Conoscere la loro applicazione, le dimensioni e la funzionalità consente il completamento della copertura a regola d’arte. La linea di colmo realizzata con ganci anziché con malta ad esempio, consente una veloce manutenzione ed impedisce l’ingresso di umidità perché ventilata.

 

Il tetto in legno

In questi ultimi anni abbiamo assistito a un ritorno delle strutture in legno per la realizzazione del tetto. Questo elemento fondamentale della tradizione costruttiva aveva dovuto cedere il passo con l’avvento del calcestruzzo, così piano piano se n’era persa la conoscenza e la manualità.
Per fortuna in anni recenti una rinnovata sensibilità verso tecniche costruttive con materiali naturali ha consentito di recuperare questo importante elemento strutturale.
Un tetto in legno è una struttura da pensare e progettare. Non è sufficiente poggiare delle travi su dei muri e inchiodare dei travetti. Vanno pensate le caratteristiche in funzione degli scopi che ci si prefigge.

Specie legnose
In centro Europa vengono impiegate soprattutto le Conifere locali come:

  • l’abete rosso
  • l’abete bianco
  • il pino
  • il larice
  • la douglasia

Per usi particolari viene usato con sempre più frequenza  il legno delle latifoglie indigene come:

  • quercia
  • faggio
  • frassino
  • castagno
  • robinia

Tipi di taglio

Travi uso Trieste
Deriva dal legno di abete rosso, con  squadratura sulle quattro facce. La squadratura con smusso segue la conicità del legno e consente una elevata resistenza meccanica. E’ adatta a lavori di carpenteria ed è utilizzata per coperture e tetti che non richiedono strutture a vista.

Travi uso Fiume
Ricavata da tronchi di abete rosso e piallata su 4 lati a sezione parallela. Mantiene ottime caratteristiche meccaniche ed elastiche. Viene utilizzata in lavori di restauro e consente effetti estetici particolari.

Legno massiccio KVH
Legno massiccio da costruzione kvh (marchio registrato) squadrato, piallato e essiccato artificialmente. Il giunto a pettine permette di ottenere elementi di maggior lunghezza. Il processo di lavorazione e controllo consente ridotte deformazioni e fessurazioni, che tuttavia sono presenti in quanto caratteristica del materiale stesso.
Abete rosso, Pino, Larice, Abete bianco.

Travi Duo/Trio
Sono costituite da 2-3 elementi di legname squadrato o tavoloni, essiccati artificialmente, successivamente incollati sui lati lunghi. Ne risulta un legno massiccio di ottima qualità e con una ridotta tendenza a fessurarsi.

Legno lamellare incollato
E’ un prodotto composto, con funzioni strutturali, costituito da lamelle incollate parallelamente alla fibratura. Si utilizza essenza di latifoglie come faggio, frassino, quercia, robinia o castagno.
Le lamelle hanno spessore da 32 a 40 mm e le sezioni in larghezza vanno da 80 a 260 mm con incrementi di  20 mm;  l’altezza arriva fino a 1.300 mm le lunghezza fino a 18 m.

Sottotetto non praticabile
Ha essenzialmente la funzione di isolare il piano sottotetto e di deposito di piccoli oggetti.
Il suo compito è quello di ombreggiare l’ultimo solaio, di proteggerlo e ventilarlo.
In questo caso si isola il piano di calpestio e si considera un isolamento anche del manto di copertura, in modo che la temperatura del sottotetto non sia troppo difforme da quella del piano abitato creando in tal modo
effetti di condensa. Per aiutare l’eliminazione dell’acqua di trasudo del sotto manto e favorire lo smaltimento del calore nel periodo estivo è importante una certa aerazione del sottotetto.
La scelta del tipo di struttura e dei materiali è influenzata enormemente, sia in termini tecnici che economici, dalla destinazione dei locali. Per un tetto non praticabile si eviteranno i costi di piallatura  e squadratura della struttura lignea e si prediligerà un assito grezzo.

Sottotetti abitabili
ll legno risolve in maniera brillante sia la copertura dello spazio abitativo a mansarda,
sia il problema spaziale, consentendo enorme flessibilità nell’organizzazione degli ambienti.
E’ importante sottolineare che il tetto esercita una profonda influenza sul benessere dello spazio abitativo sottostante che si esprime non solo in valori di temperatura, umidità, luminosità, ma anche in termini formali, materici, ecc. dei materiali; prestazioni che non sono quantificabili con valori matematici.
E’ necessario, quindi, costruire il tetto in modo tale da rispettare tutti questi parametri di benessere, possibilmente senza l’aggiunta di apparecchiature e/o dispositivi quali umidificatori, deumidificatori, impianti di condizionamento.

Nel solaio di legno bisogna porre attenzione a un solo fattore rilevante: prevenire la possibilità di condensazione interstiziale nel pacchetto di copertura, evitando in particolare materiali che impediscano la traspirabilità, causando condensa e rovinando i materiali isolanti e il legno stesso.

Caratteristiche e comfort 

Illuminazione
L’aspetto illuminotecnico riveste un’importanza fondamentale sia per il risparmio energetico per che per il comfort abitativo. Le soluzioni tipologiche sono la finestra sul timpano e le finestre in falda, che sono le soluzioni ottimali per questo specifico aspetto. Le ricerche sviluppate mostrano come con le medesime condizioni di illuminazione esterna, la posizione della finestra condiziona notevolmente la distribuzione dell’intensità luminosa nella stanza.
È importante che venga fatta a regola d’arte la sigillatura e, soprattutto, messa correttamente in opera l’ala torneria per realizzare le converse per lo smaltimento dell’acqua piovana, in modo che non si verifichino fenomeni di infiltrazione.

Acustica
Per quanto riguarda l’isolamento acustico, la copertura in legno fatta di strati di materiale leggero e di camere d’aria si comporta in maniera egregia anche rispetto alle coperture più pesanti. L’effetto molla nei confronti della liberazione acustica costituisce un ottimo isolante acustico e garantisce una buona insonorizzazione, ad esempio nei confronti del ticchettio indotto dalla pioggia, specialmente se il manto di copertura è realizzato con materiale sottile vibrante come una lamiera. 

Isolamento invernale
Circa l’80% dell’energia delle nostre case viene consumata per riscaldare.
La prima causa di questo spreco è costituita dall’insufficiente isolamento termico dell’edificio. Se invece si interviene aumentando l’isolamento termico dell’involucro, si può risparmiare anche più del 70% del consumo per riscaldamento.
Purtroppo le statistiche dimostrano che gli edifici in Italia presentano ancora oggi livelli di isolamento termico nettamente inferiore a quelli della grande maggioranza dei paesi Ue.
Visto il costante aumento del prezzo dei carburanti per riscaldamento, si consiglia di portare gli spessori d’isolamento a livelli ancora più alti di quelli prescritti dalla decreto-legge 192.
Il regolamento “casa clima” ad esempio prescrive che tutte le case di nuova costruzione debbano essere del tipo a “basso consumo”, cioè che consumino meno della metà delle case costruite in modo tradizionale. Per raggiungere questo basso livello di consumo è necessario un adeguato isolamento di tutto l’involucro della casa. Nel tetto per esempio viene indicato di farle uno spesso dell’isolamento termico di circa 16 cm. Tale spessore risulta essere in un rapporto costo-benefici positivo, cioè la spesa per il maggior isolamento ritorna in pochi anni in forma di risparmio sulle spese di riscaldamento.

Isolamento estivo
Normalmente si pensa che l’isolamento del tetto debba servire solo procede proteggerci dal freddo in inverno. Purtroppo, però, si dà ancora poca importanza al risanamento contro il caldo dell’estate, quando poi non ci rimane altro che installare un impianto di condizionamento, con le sequenze negative sia di comfort sia di consumi di energia elettrica. A livello costruttivo due sono gli accorgimenti più importanti del tetto:

  • la schermatura dal sole per tutte le vetrate finestre, ecc. esposte alla radiazione solare.
  • garantire un’inerzia termica per tutte le superfici non trasparenti tale da poter smorzare sufficientemente l’energia solare estiva.

L’attitudine di smorzare l’onda termica viene chiamato sfasamento di temperatura e si esprime in ore. Considerando la radiazione solare si consiglia di progettare in modo tale da raggiungere un valore di almeno 10 ore di sfasamento. Questo significa che l’onda termica raggiunge il sottotetto non prima della sera, quando nel frattempo possibile limitare il surriscaldamento con il ricambio dell’aria.

Il valore di sfasamento di un pacchetto isolante dipende da quattro fattori:

a) dalla conduttività termica dei singoli materiali: più bassa è, meglio è.
b) dalla densità dei singoli materiali: più alta è, meglio è.
c) dalla capacità termica dei singoli materiali: più alta è, meglio è
d) alla posizione dei singoli materiali: meglio disporre i materiali isolanti verso l’esterno, e i materiali con alta densità verso l’interno.

 

Tegole e materiali da copertura

Scegliere la tegola giusta
Il manto di copertura rappresenta l’elemento dell’involucro edilizio più importante della casa o di un edificio in genere.
Ad esso è affidato il compito di proteggere l’edificio stesso, con i muri, gli infissi e tutto ciò che contiene, esseri umani compresi, dalle intemperie e dall’ambiente esterno.
Il cappello che protegge la testa e tiene asciutto tutto il corpo è un detto ancora valido.
Prima di passare in rassegna i tipi di tegola e di copertura esistenti è buona cosa osservare che non esiste un modello che va bene per ogni situazione, e come il buon senso suggerisce in ogni cosa, non esiste la soluzione migliore in assoluto.
Come sempre la scelta del manto dipenderà da una serie di fattori,  tra cui:

  • zona geografica
  • presenza di neve o vento
  • inclinazione della falda
  • peso della struttura
  • utilizzo dell’edificio
  • estetica

Tipi di tegola
Le famiglie degli elementi di copertura di dividono in due grandi categorie, le tegole ovvero piccoli elementi posizionati sulla copertura e costituiti da svariati materiali agganciati a listelli inchiodati alla struttura e sovrapposti fra di loro, e le coperture a Pannelli eseguite per grandi superfici e costituite da elementi tagliati a misura in fabbrica.
Fra le più conosciute vi sono certamente gli elementi in cotto o laterizio ovvero costituiti da argilla, il cui utilizzo risale addirittura all’epoca Romana. Tali elementi, leggeri e facilmente lavorabili sono da preferirsi in climi miti e non particolarmente piovosi, in quanto assorbono acqua fino al 20% del loro peso favorendo possibili infiltrazioni interstiziali che nei mesi gelidi possono causare fenomeni di rigonfiamento dovuti al gelo dell’acqua.
Nelle zone fredde e montane è preferibile utilizzare la tegola in cemento, costruita a partire dagli anni sessanta che assorbe fino al 2% del proprio peso, annullando di fatto la possibilità della gelività dell’elemento.

Pendenze consigliate
Anche le modalità di posa, gli accorgimenti relativi alla sovrapposizione degli elementi, il passo dei listelli e la disposizione rispetto alla pendenza assumono diverse modalità da tegola a tegola.

Errori da evitare
Togliere i coppi e ripassare il tetto è statisticamente più costoso che eliminarli e sostituirli con del materiale nuovo.
I costi di manodopera e di fissaggio degli elementi superano abbondantemente i costi del nuovo materiale.
Accostare e recuperare vecchi elementi,può infine, rendere inapplicabili garanzie ed assicurazioni.
Tale discorso non vale nel caso si tratti di recuperi su monumenti e manufatti antichi, dove anche i coppi rappresentino elementi di vero valore.

Miti da sfatare
Occorre innanzitutto fare chiarezza sulla questione del peso della copertura. I valori indicati nella tabella accanto evidenziano che il peso a l metro quadrato dei vari tipi di manto è pressoché simile.
Nelle coperture tradizionali il peso maggiore è quello del manto in coppi.
Per tale motivo oggi sono in produzione tegole in laterizio con aggancio che simulano la forma del coppo ma non necessitano del pezzo inferiore (monocoppo). Proprio per la particolare conformazione del manto spesso il rifacimento con il recupero dei coppi ,anche se possibile è antieconomico.
Così come cercare di integrare tegole marsigliesi o portoghesi di vecchia data con nuove risulta quasi impossibile data la diversa conformazione degli stampi di produzione odierni.
Di grande interesse è la tegola P10. in cemento, è stata realizzata per essere posata su manti con inclinazione fino a 10%. Ottima soluzione per sostituire con un materiale idoneo i vecchi manti in cemento amianto (eternit).

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Le tegole in cemento pesano di più di quelle in laterizio.
Vero, il singolo pezzo pesa di più ma il numero di tegole necessario per metro quadrato di copertura rende questo rapporto inverso. Un mq di tegole in cotto arriva a 45 kg/mq circa come per le tegole in cemento.
I coppi invece possono arrivare a pesare 66/70 kg al mq.

 

Faq – Tipi di tegola 

Come posso scegliere la tegola giusta?
La scelta dipenderà da una serie di fattori, tra cui zona geografica, presenza di neve o vento, inclinazione della falda, peso della struttura, utilizzo dell’edificio, estetica, ecc..

E’ vero che le tegole migliori sono quelle in cemento?
Le tegole in cemento, a differenza di quelle in terracotta, assorbono meno o pochissimo l’acqua e l’umidità; questa caratteristica le difende soprattutto nei periodi invernali. Sono quindi da preferirsi nelle zone fredde e montane. Va tenuto presente però che oggi sul mercato ci sono anche tegole in cotto con ottime caratteristiche, trattate con materiali speciali e coloranti che ovviano a questo problema.

E’ vero che le tegole in cotto non vanno utilizzate in zone particolarmente piovose?
Sì, perchè assorbono acqua fino al 20% del loro peso, favorendo possibili infiltrazioni interstiziali che nei mesi gelidi possono causare fenomeni di rigonfiamento dovuti al gelo dell’acqua.

 

Tipi di isolamento

L’isolamento termico è insito nella capacità dei materiali di opporreresistenza al passaggio del calore.
La conduttività termica λ è il parametro che caratterizza i materiali isolanti: più è bassa, più è efficace. In base al DM 2/4/98 tutti i prodotti isolanti devono essere certificati e il valore λ da adottare è quello “dichiarato dal produttore se certificato ISO 9000. Negli altri casi il valore λ dovrà essere desunto da prove effettuate in laboratori accreditati.

Il rapporto = s/λ (spessore diviso conduttività) è la resistenza termica. Per ottenere uguale isolamento termico non bisogna riferirsi ad uno spessore uguale, ma ad uguale R.

La trasmittanza U è invece pari all’inverso della resistenza R, cioè U= 1/R (wmqK)
U è il valore di riferimento fissato dalle tabelle ministeriali per i componenti dell’involucro edilizio (tetto, pareti, serramenti, pavimenti).”

A cosa serve
Isolare bene ad esempio consente di tenere calde d’inverno e fresche d’estate le pareti: il corpo umano quindi percepisce per irraggiamento le migliori condizioni di confortevolezza.
Evita i fenomeni di condensazione sulla superficie delle pareti e al loro interno e quindi evita la formazione di muffa e di batteri che porterebbero conseguenze spiacevoli per la salute. L’isolamento termico delle pareti e dei tetti può anche migliorare considerevolmente l’isolamento acustico della casa e renderla più vivibile.
Scegliere dei professionisti significa scegliere di proteggere la propria casa e la propria famiglia.

Come funziona
Per i materiali eterogenei, come i pannelli isolanti sagomati, è necessario conoscere la resistenza termica che va calcolata in base a λ: l’isolamento termico limita leperdite di calore. L’edificio però può accumulare il calore con la sua capacità termica che dipende dalla massa delle strutture. La massa delle pareti esterne è poco importante. Infatti, la massa è concentrata per il 75% nelle strutture interne e solo per il 25% in quelle esterne e poco cambia se utilizziamo una muratura a blocchi: i muri pesanti isolano ben poco e non fanno risparmiare energia.
Nel caso di isolamento concentrato all’esterno (cappotto) il caso 2 è l’isolamento ripartito (es. blocchi alleggeriti).
Durante il funzionamento dell’impianto, il calore viene accumulato nella parete.
Quando l’impianto si spegne, la temperatura nell’ambiente diminuisce, il calore accumulato dalla parete viene ceduto nel 1° caso, dove c’è una resistenza termica verso l’esterno, all’ambiente interno; nel 2° caso invece in assenza di isolamento concentrato, il calore fluisce dove il salto termico è maggiore: vale a dire verso l’esterno.

Tipi di materiali

Scegliere l’isolamento adatto
Esistono diversi tipi di materiali da isolamento la cui scelta dipende dal luogo, dall’intervento e dal risultato da conseguire.
La combinazione di questi materiali, polistirene, poliuretano per l’inverno e fibra di legno, sughero per l’estate consente di conseguire risultati soddisfacenti e di avere veramente un tetto che limiti i consumi invernali ed eviti l’uso del condizionatore d’estate.

L’energia che utilizziamo per riscaldare le case proviene da combustibili fossili, come il gasolio e il metano, che provocano l’emissione di anidride carbonica: il peggior nemico dell’atmosfera e responsabile dell’effetto serra che sta cambiando il clima del pianeta.
Dati scientifici asseriscono che in Italia si immettono in atmosfera 0,53 kg di CO2 per ogni kwh consumato.
L’inquinamento determinato dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse degli ultimi 100 anni, rischia di portare al degrado l’ambiente in cui viviamo, con danni incalcolabili per tutta l’umanità. L’utilizzo di materiali isolanti insieme alle energie rinnovabili è il piccolo contributo che ciascuno può apportare per garantire alle future generazioni una migliore qualità della vita.

Come difendersi dal caldo

La capacità degli isolanti “più massivi” di assorbire energia rallenta il passaggio del calore del sole che deve “spendere” più energia per attraversarli. Il tempo che il sole impiega a mandare in temperatura questi strati, dopodiché può proseguire la sua corsa verso l’interno della casa, può essere definito come sfasamento temporale dell’onda termica. Lo sfasamento dell’onda termica è il tempo che trascorre dal momento in cui l’onda termica generata dal sole investe lo strato termoisolante, quindi poco dopo l’alba, al momento in cui l’onda termica ha mandato in temperatura questo strato e riesce ad attraversarlo. L’ideale sarebbe avere un materiale con un certo spessore e una determinata massa in grado di sfasare l’onda termica di otto-dieci ore. Perché trascorse le otto-dieci ore necessarie al sole per mandare a regime lo strato termoisolante, siamo già verso il tramonto, e quindi il sole ha meno energia e non più tempo per riscaldare gli ambienti. Durante la notte il materiale termoisolante che ha assorbito energia dal sole la rilascia in atmosfera raffreddandosi (per quel fenomeno che è noto come irraggiamento verso la volta celeste) e alla mattina successiva si ricomincia.

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Risparmio energetico

Isolare attraverso le pareti e i tetti delle case applicandovi materiali appropriati. La casa infatti è come un recipiente pieno di buchi da cui esce energia costosa. L’isolamento di dispersioni di calore e può ridurle anche a un decimo.
Facile ottenere tutto questo in corso di costruzione o di ristrutturazione.
L’isolamento termico fa risparmiare anche d’estate perché migliora le condizioni ambientali evitando che i muri si surriscaldino e rende inutile il condizionatore, fastidioso per la salute e che consuma energia elettrica, la più pregiata. Isolando bene le case se ne può ridurre talmente il fabbisogno di energia da rendere addirittura inutile l’impianto di riscaldamento tradizionale: il sole basta per scaldare la casa e per l’acqua igienico-sanitaria. In tal modo si annullano del tutto le emissioni di CO2.
L’isolamento termico è sempre un buon investimento e si ripaga rapidamente: in uno o due anni nella maggior parte dei casi, in 6-7 anni nei casi più complessi. E’ come depositare i soldi in banca e vedersi riconoscere un tasso d’interesse del 9-10% e per una durata lunghissima, infatti la vita degli isolanti è di molto superiore ai 50 anni.

Se tutte le case del nostro Paese fossero isolate potremmo risparmiare il 20 % della CO2 emessa annualmente in atmosfera dall’Italia e rendere un buon servizio al pianeta, il nostro aiuto al mondo, come prescritto dal protocollo di Kyoto.
Rispettare l’ambiente in edilizia significa scegliere i prodotti di aziende che adottano politiche eco-sostenibili, come riciclo di acque di processo, linee a basso impatto energetico, materiali riciclabili, bassa immissione di anidride carbonica nell’atmosfera, ecc.
Va anche ricordato che per produrre gli isolanti termici basta pochissima energia che comunque si ripaga con i risparmi ottenibili in pochi mesi di esercizio. Ogni mq di isolante installato ha l’effetto di evitare tanta CO2

 

Faq – Tipi di isolamento

Per sfruttare gli incentivi del 36 o 55% che spessore di isolante ci vuole?
La condizione di poter godere o meno dello sgravio fiscale previsto dal D.L. n°185/08 o dalla legge n°296/07 e successive modifiche ed integrazioni non dipende dallospessore dell’isolante.

Il miglior isolante?
Il miglior isolante in assoluto è l’aria… per questo stanno prendendo sempre più mercato i tetti ventilati. Esaminando invece gli isolanti “solidi” è difficile dire quale sia “il miglior isolante”, in quanto ogni tipo di materiale ha le sue caratteristiche, sia dal punto di vista termico, sia più in generale a livello di compatibilità ambientale, di permeabilità all’umidità, di isolamento acustico.

Cosa significa conduttività termica?
E’ il parametro che caratterizza i materiali isolanti: più è bassa, più è efficace. In base al DM 2/4/98 tutti i prodotti isolanti devono essere certificati.

Cosa significa resistenza termica?
La resistenza termica è il rapporto tra lo spessore e la conduttività termica. Per ottenere uguale isolamento termico non bisogna riferirsi ad uno spessore uguale, ma ad uguale resistenza.

Cosa significa trasmittanza?
La trasmittanza è pari all’inverso della resistenza termica; è il valore di riferimento fissato dalle tabelle ministeriali per i componenti dell’involucro edilizio (tetto, pareti, serramenti, pavimenti).

 

Tetto ventilato

Durante il periodo estivo, l’afflusso di calore attraverso il tetto è dovuto alla maggiore temperatura dell’aria esterna e all’irraggiamento solare.

Anche in estate è importante che la copertura abbia la capacità di accumulare il calore e di sfasarne la trasmissione in modo che i valori massimi di temperatura superficiale all’intradosso del tetto si verifichino quando i vani sottostanti non sono utilizzati o nelle ore notturne quando, mediante la ventilazione naturale, l’aria interna può essere facilmente raffrescata.

A cosa serve
La ventilazione ha il compito di contribuire a regolare le caratteristiche igrotermiche della copertura. Avviene generalmente con flussi d’aria naturali tra la linea di gronda ed il colmo.
La realizzazione dello strato di ventilazione tra isolante e copertura, è necessario per altri due motivi importanti:

  • smaltire l’umidità proveniente dall’interno e/o dall’esterno;
  • permettere all’acqua accidentale di defluire verso la gronda senza ostacoli.

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Come funziona

Al momento non esistono indicazioni chiare a livello normativo sull’altezza necessaria dello strato di ventilazione. Per pendenze e dimensioni usuali di tetti a falda le indicazioni di norme vigenti variano tra 2 cm (UNI 9460) e 4 cm (UNI 10372). L’altezza minima di ventilazione dipende da molti fattori, come: pendenza e lunghezza della falda, tipo di copertura, condizioni ambientali esterne (vento, irraggiamento solare)Tale altezza dell’intercapedine di ventilazione deve essere rispettata anche quando si adotta un’intercapedine delimitata da due strati piani paralleli (doppio tavolato, pannelli, ecc.).
In ogni caso, l’intercapedine deve essere senza listellature trasverali o altri impedimenti limitanti il flusso ascensionale dell’aria riscaldata.
Deve anche essere assicurata sulla copertura una adeguata sezione di ingresso dell’aria in corrispondenza della linea di gronda e di uscita in corrispondenza del colmo.
Tale sezione è ottenibile sia con fessure continue o discontinue, protette dall’ingresso di insetti e volatili, o aperture puntuali, limitando una eventuale riduzione della sezione di ventilazione ad un valore massimo di 50%.
Deve comunque essere considerato che possono essere presenti altri elementi (lucernari, abbaini finestrati, ecc.) capaci di influire significativamente sul regime termico del sottotetto.
In corrispondenza del colmo deve essere assicurata la tenuta all’acqua e alla neve trascinata dal vento.
Occorre infine ricordare che l’efficacia della ventilazione è sostanzialmente influenzata dalla geometria del tetto, dalla presenza di eventuali elementi di discontinuità presenti sulla falda (quali, ad esempio, finestre da tetto o strutture emergenti) e dalla pulizia dell’intercapedine.
Inutile dire che per garantire la ventilazione sotto manto occorre che la linea di gronda e quella di colmo siano il più possibile libere da ostruzioni

L’intercapedine d’aria della copertura avrà le seguenti dimensioni, rispetto alla lunghezza della falda:

  • 4 cm per falde fino ai 12m;
  • 6 cm per falde dai 12m ai 15m.

La sezione di ventilazione sarà del 1/5000 (o del 1/3000 per falde coibentate) della superficie proiettata del tetto, secondo la configurazione della copertura. Le prese d’aria d’entrata e di uscita verranno messe rispettivamente alla linea di gronda e al colmo o al displuvio, sia con aeratori singoli (tegole di aerazione), sia con elementi di ventilazione lineari prefabbricati (listelli aerati).


Finestre e sbocchi per il tetto 

Le finestre e gli sbocchi per il tetto sono elementi molto importanti, infatti una finestra porta al sottotetto luce, aria, protezione, bellezza e, con le soluzioni presenti attualmente sul mercato, tecnologia all’avanguardia. Sottolineiamo che il clima all’interno degli ambienti influisce fortemente sul nostro benessere. Luce e visuale non vanno trascurati e sono importanti per il comfort psicologico degli abitanti.Con gli elementi giusti si può creare un salotto, una camera da letto, una cucina e persino un bagno in una stanza che poco tempo prima era poco più di una soffitta.
Le finestre per il tetto trovano impiego allorquando le mansarde sono particolarmente basse ed ampie e gli infissi ricavati sulle pareti perimetrali non riescono ad illuminarle adeguatamente l’ambiente. Trattandosi di infissi esposti in modo particolare agli agenti atmosferici, come sole, pioggia, neve, grandine, gelate, che nel tempo ne condizionano la tenuta, devono possedere determinati requisiti, che richiedono tecniche sofisticate di posa in opera. In genere si ricorre agli infissi in alluminio o meglio legno e alluminio. Le finestre per tetto vanno sigillate perfettamente in modo da creare una barriera agli agenti atmosferici, in particolare vento e acqua. L’inconveniente più frequente è rappresentato, infatti, dalle infiltrazioni d’acqua in caso di piogge abbondanti.

Soluzioni automatizzate
Le finestre per il tetto portano luce naturale, ventilazione e una visuale che non puoi ottenere con le finestre in verticale. Inoltre, con le soluzioni automatizzate, premendo semplicemente un pulsante potrai azionare tutte le finestre, tende e persiane.
Esistono finestre con programma di ventilazione che permettono di far entrare tutta l’aria fresca che vuoi anche se non sei in casa. Si può regolare il posizionamento dell’apertura della finestra con l’angolazioneesiderata,oppure puoi programmare apertura e chiusura della finestra dopo un certo periodo di tempo.Inoltre con i sensori della pioggia se inizia a piovere la finestra si chiude automaticamente.

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Lattoneria 

Le precipitazioni meteoriche si possono classificare, a seconda della loro intensità, in:

  • piogge, precipitazioni caratterizzate da cadute di acqua costanti e continue per lunghi periodi;
  • rovesci, precipitazioni caratterizzate da violenti cadute di acqua di breve durata;
  • temporali, costituiti da perturbazioni atmosferiche caratterizzate da rovesci a volte accompagnati da grandine.

In tutti questi casi, indipendentemente dal luogo, dalla tipologia di edificio, dalla forma del tetto o dalla destinazione d’uso, fondamentale èrealizzare una copertura in grado di assicurare una perfetta tenuta alla pioggia e un rapido smaltimento dell’acqua piovana in tutte le situazioni.

Informazioni di carattere generale

I componenti del sistema di raccolta e convogliamento delle acque meteoriche dovranno essere scelti in base alla loro resistenza all’aggressione chimica delle acque piovane e degli inquinanti atmosferici e all’azione meccanica dovuta a neve, grandine, vento, temperatura, ecc.

I dati base per il dimensionamento dei sistemi di raccolta e convogliamento delle acque meteoriche sono:

  • di natura climatologica (altezza e durata della pioggia)
  • di natura geometrica (superficie da considerare)

Deve essere previsto anche un impianto di protezione contro i fulmini, secondo quanto descritto nelle normative UNI e CEI.

Qualora siano prevedibili delle gelate che possano ostruire il percorso dell’acqua dovrà essere considerata la possibilità di installare, nei canali di gronda, nelle scossaline e nei pluviali, un sistema di riscaldamento.
I materiali principalmente impiegabili in lattoneria, in funzione delle opere da realizzare sono:

  • alluminio e sue leghe
  • acciaio inossidabile
  • acciaio al carbonio
  • rame tipo Cu DHP
  • zinco-rame-tinanio

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Definizioni

  • Sistemi per l’evacuazione delle acque meteoriche: il complesso dei condotti e dei relativi elementi complementari utilizzati per lo smaltimento delle acque meteoriche da una copertura, all’esterno e all’interno degli edifici, fissi o passanti attraverso la struttura dell’edificio compresi i collettori di scarico al di sotto dell’edificio, fino al punto di raccordo al collettore di scarico interrato adiacente all’edificio.
  • Canale di gronda: profilo sagomato posto esternamente all’edificio e sorretto da staffe metalliche atto a raccogliere le acque meteoriche provenienti dalle falde.
  • Compluvio o conversa: elemento sagomato che assicura la raccolta dell’acqua lungo la linea di conversa.
  • Scossalina: profilo sagomato impiegato per completare le linee di bordo delle coperture e atto a impedire la tracimazione delle acque meteoriche all’esterno della linea laterale di falda.
  • Pluviale: elemento tubolare raccordato a un canale di gronda per convogliare le acque meteoriche dal canale di gronda verso il sistema di drenaggio o verso la fognatura.
  • Spanditoio: elemento avente la funzione di disperdere sui tetti e terrazze l’acqua proveniente da sopralzi.
  • Deviatore: elemento che permette il recupero, anche parziale, dell’acqua piovana per usi particolari, per esempio per irrigazione.
  • Gocciolatoio: elemento inserito sul pluviale immediatamente prima del gomito a rientrare nel muro. impedisce le infiltrazioni dell’acqua che eventualmente scorre esternamente al pluviale.
  • Bocchettone: elemento di raccordo tra ilpluviale e il canale di gronda.

 

Linea Vita

Disposizioni concernenti la prevenzione dei rischi di caduta dall’alto.
(All. atto dir. 787 del 17/05/03 – Integrazione al titolo III del Regolamento di Igiene).
“Le seguenti disposizioni si applicano alle nuove costruzioni di qualsiasi tipologia (residenziale, commerciale, industriale, agricolo ecc.) nonché in occasione di interventi su edifici esistenti che comportino anche il rifacimento sostanziale della copertura.
L’intera opera deve essere progettata ed eseguita in modo che le successive azioni di verifica, manutenzione o di riparazione dell’opera stessa e delle sue pertinenze, comprese le componenti morfologiche, possano avvenire in condizioni di sicurezza per i lavoratori che effettuano tali lavori e le persone presenti nell’ edificio ed intorno ad esso”.

A lavori ultimati l’installatore attesta la conformità dell’installazione dei manufatti o dispositivi che consentono l’accesso e il lavoro in sicurezza sulla copertura mediante:

  • la dichiarazione della corretta messa in opera;
  • le certificazioni del produttore di materiali e componenti utilizzati;

Questa attestazione farà parte della documentazione a corredo dell’immobile.

PALO
Questa tipologia di ancoraggio viene installata su coperture piane o inclinate, ed è stata studiata per poter esser installata su tutte le coperture, civili e industriali.
Alla linea vita l’operatore dovrà collegare il proprio dispositivo di sicurezza individuale con ammortizzatore ed eventuale recupero cavo, la cui lunghezza va calcolata per ogni caso specifico.
Garantisce oltre a una facilità di installazione anche un’ottima operabilità in fase di utilizzo una volta posizionato.
Ideale per coperture molto ampie, o per lavorazioni che richiedono una buona possibilità di movimento da parte degli operatori o per lavori che interessano porzioni rilevanti di coperture.

CAVO
Questa tipologia di ancoraggio garantisce una ottimale ripartizione dei carichi e una durabilità nel tempo.
La linea flessibile orizzontale è un dispositivo di ancoraggio progettato secondo la norma UNI EN 795, idoneo per essere impiegato efficacemente su qualsiasi tipo di copertura per l’esecuzione in sicurezza di lavori in quota.
Garantisce oltre a una facilità di installazione anche un’ottima operabilità in fase di utilizzo una volta posizionato.
Questo sistema è stato studiato per poter esser installato su tutte le coperture, civili e industriali. Può essere installata su supporti verticali (pali di ancoraggio) o supporti orizzontali.
Ideale per coperture molto ampie, o per lavorazioni che richiedono una buona possibilità di movimento da parte degli operatori o per lavori che interessano porzioni rilevanti di coperture.

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PUNTI SINGOLI
Questo tipo di ancoraggio rappresenta un valido e sicuro sistema di prevenzione anticaduta.
I ganci possono essere posizionati su ogni tipologia di copertura.
Sono facili da montare, pratici, il loro impatto visivo è basso o addirittura nullo e sono certificati ed omologati a norma UNI EN 795.

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Faq – Linea vita 

I sistemi anticaduta si possono ancorare su qualsiasi tipo di copertura?
Sì, esistono sistemi anticaduta per i diversi tipi di copertura, dalla linea flessibile per uso residenziale, alla linea rigida per uso industriale, linee verticali, ecc..

Esistono diversi metodi d’ancoraggio sulle varie coperture?
Sì, dipende dalla struttura. Solitamente vengono ancorati con resine chimiche (cemento armato e legno lamellare), carpenterie metalliche e legno massello, travi in cemento in fase di getto.

 

Smaltimento amianto 

Obbligo di rimozione e smaltimento di tutto il materiale contenente amianto
In edilizia e in altri settori è stato utilizzato per molti anni il composto cemento-amianto, meglio noto come eternit.
Nel 1992 fu scoperto essere un materiale cancerogeno molto pericoloso, ma purtroppo fino ad allora è stato fatto largo impiego di questo materiale, per lastre di copertura, pannelli, condotti, ecc..

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Il Dlgs. 257/1992, ha stabilito obblighi per gli enti pubblici e per i privati circa gli immobili con presenza di materiale contenente amianto (e quindi anche eternit).
Detti obblighi sono stati riconfermati dal Dlgs. 257/2006, nonchè dal Piano Regionale Amianto Lombardia (P.R.A.L.) pubblicato in data 17.01.2006, ove in particolare si confermano i seguenti obblighi:

Da parte delle ASL di procedere con il censimento mediante mappatura dei fabbricati con presenza di materiale contenente amianto entro la fine del 2008, anche con l’utilizzo di tele-rilevamento.
Da parte dei proprietari degli immobili di:

  • Notificare alle ASL la presenza di amianto in strutture o luoghi
  • Trasmettere alle ASL algoritmo per la valutazione dello stato della copertura in cemento amianto
  • Effettuare valutazione del rischio del manufatto secondo l’algoritmo
  • Nominare la figura di un “Responsabile con compiti di controllo e coordinamento di tutte le attività manutentive connesse al manufatto contenente amianto”

Le ASL una volta che avranno effettuato la mappatura procederanno all’incrocio tra quanto da loro rilevato e quanto denunciato dai proprietari ed in caso di mancate denunce procederanno con i sanzionamenti.

 

Faq – Smaltimento amianto 

La presenza dell’amianto è sempre indice di pericolo?
Se il materiale è in buone condizioni generalemnte non rappresenta un rischio per la salute. Se invece le superfici di eternit dei capannoni diventano friabili al tatto e iniziano a sfaldarsi, a causa ad esempio dell’azione di agenti esterni come la pioggia o gli urti, è NECESSARIO e OBBLIGATORIO per legge RIMUOVERLE.
 In questo caso infatti, si sprigionano particelle di amianto, fibre di amianto, altamente dannose per la salute dei cittadini.

Qual è l’ente che effettua i controlli per verificare la pericolosità dell’eternit?
La competenza sui controlli è dell’ASL e della sezione provinciale dell’ARPA competenti per il territorio. Ci si può anche rivolgere a laboratori privati specializzati.

Cosa posso fare se l’ASL non si attiva alle mie richieste?
Nel caso di comprovata pericolosità delle strutture in amianto l’ASL è tenuta ad intervenire, altrimenti si può configurare il reato di omissione di atti d’ufficio. Può essere d’aiuto rivolgersi alle associazioni che trattano questi aspetti, come l’associazione esposti amianto (AEA) e fare una prima diffida.

Sono obbligato a rimuovere l’eternit?
I proprietari degli immobili con eternit sono tenuti a segnalarlo all’ASL. L’ASL provvede ad un censimento dei siti con presenza di amianto e valuta la pericolosità del sito. Non è sempre necessaria la rimozione; i tecnici valuteranno la possibilità di fissare il materiale in modo da renderlo non pericoloso, oppure stabiliranno se la sua rimozione sia necessaria. Se i materiali sono danneggiati e pericolosi è obbligatoria la bonifica attraverso rimozione o fissaggio, anche in proprietà private. Il costo della rimozione è a carico del proprietario dell’immobile.

E’ vero che il rischio è solo per chi lavora a contatto diretto con l’amianto?
Chi lavora a stretto contatto con l’amianto è sicuramente esposto a rischi per la salute molto più elevati, ma questo non significa che sia sottovalutabile il problema anche per chi non ci lavora.

Quali sono i metodi per effettuare la bonifica?
Esistono tre possibili metodi: la rimozione, l’incapsulamento ed il confinamento.

La rimozione deve essere effettuata solo da personale competente con le protezioni adeguate. L’incapsulamento consiste nel trattare l’amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che tendono ad inglobare le fibre di amianto. Il confinamento consiste nell’installare una barriera a tenuta che separi l’amianto dalle aree occupate dell’edificio.

Quando è necessario chiamare una ditta specializzata per la rimozione dell’amianto?
Quando devono essere rimosse grandi quantità di materiali contenenti amianto (es. tetti di fabbricati) o quando le lavorazioni comportano un elevato rischio di infortunio.

Devo rimuovere l’eternit dal tetto, è obbligatoria la DIA?
Ciò che determina se è necessaria o meno la DIA è la tipologia dell’intervento, se è una manutenzione ordinaria o straordinaria.

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